Festival

di letteratura di montagna, viaggio, avventura

L’ULTIMO APERITIVO DI LAGO MAGGIORE LETTERALTURA 2007

Un incontro emozionante all’osteria Castello di Verbania, che ha visto come protagonisti Giovanni Capra, Enrico Solina e Teresio Valsesia.

Giovanni Capra ha riepilogato al pubblico di LetterAltura un secolo di sfide alla temibile parete nord del monte Eiger (“Orco”), nella Svizzera tedesca: la conquista più difficile, e sofferta, dell’alpinismo europeo, con un numero scoraggiante di tragici fallimenti «finché Hitler in persona promise una medaglia d’oro al nazista che fosse giunto alla vetta, per la gloria del III Reich».

Dopo il primato tedesco nel ’38, della prima cordata italiana a guadagnare la cima faceva parte, nel ’62, anche Enrico Solina, che presente all’incontro ha testimoniato: «decidemmo di tentare l’Eiger in un bivacco delle Dolomiti, dove eravamo chiusi da tre giorni per la tormenta – in quella circostanza ci venne in mente, chissà perché, quel cadavere di alpinista, che aveva penzolato sulla famosa parete nord per quasi quattro anni dopo l’ennesima tragedia, spettacolo ai turisti». 

Per Monika Bulaj, collaboratrice di diverse pubblicazioni periodiche e “fotografa di fedi”, «È impressionante la sacralità con cui la gente di montagna di tutto il mondo osserva tuttora tabù e superstizioni, paragonata all’approccio degli avventurieri il cui particolare diletto è proprio infrangere questi tabù, questi limiti» ha detto la polacca che delle svariate montagne dei suoi viaggi ricorda «quella detta della Paura, in Albania, meta di pellegrinaggio per migliaia di cristiani e musulmani» e « il monte Tabor in Galilea, dove ogni anno si radunano centinaia di migliaia di ebrei da tutto il mondo ad abitarne le alture, per tre giorni di canti, balli e sacrifici», osservando come «la fatica è fondamentale nell’approccio del fedele alla montagna» e che «più il luogo è irraggiungibile più è sacro, molto spesso».     

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