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di letteratura di montagna, viaggio, avventura

STORIA DI ESPLORATORI: MIRELLA TENDERINI DIALOGA CON ERMINIO FERRARI

Giovedì 28 giugno, ore 15.30 si è partiti da Shackleton per arrivare al Duca degli Abruzzi nella conversazione che la scrittrice Mirella Tenderini ed il giornalista-scrittore Erminio Ferrari hanno intrecciato con un pubblico eletto e appassionato, comodamente seduti all'ombra dei grandi alberi nel Chiostro dell'Hotel Il Chiostro.

Mirella Tenderini, milanese, scrittrice e traduttrice ha incontrato sulla sua strada molti protagonisti del mondo della montagna e dell’esplorazione. Alcuni li ha conosciuti direttamente, con altri invece è venuta in contatto attraverso quella modalità curiosa e certosina che gli studiosi hanno di incontrare gli uomini quando l’oltretomba li ha sottratti alla vita: le lettere, i documenti, i diari, le gesta e le cronache registrate delle gesta. “Cerco di essere il più possibile obiettiva e rigorosa; non invento nulla; prima di scrivere una sola riga posso impiegare mesi, e anni, di preparazione” ha dichiarato, e “penso che un biografo, non diversamente da un romanziere, non scelga i personaggi di cui scriverà: ma sono questi in qualche modo a venire da lui e a guidarlo nel lavoro”.

Mostrando grandi doti affabulatorie la Tenderini ha entusiasmato e coinvolto, dopo i lettori dei suoi libri, gli ascoltatori di LetterAltura, con il racconto mozzafiato delle avventure di personaggi come l’anglo-irlandese Ernest Shackleton (da La lunga notte di Shackleton,1994) che, se anche non arrivò per primo al Polo Sud (battuto dal norvegese Amundsen), fu protagonista di uno dei più grandi salvataggi della storia; e Luigi Amedeo di Savoia Duca degli Abruzzi (in Vita di un esploratore gentiluomo, 2006, e Il Duca degli Abruzzi,1997), che arrivò a salvare centomila vite umane tra militari e civili serbi, quand’era ammiraglio nella prima Guerra Mondiale.

“Di solito i perdenti sono dimenticati. Ma i miei personaggi, se hanno una cosa in comune, è l’amore della vita più che della gloria umana; per questo nessuno di loro ha compiuto grandi record, arrivati a un certo punto si sono voltati e sono tornati a casa: ritorni rocamboleschi, però, e avventurosi! Non narro di gente che ha raggiunto uno scopo, gente disposta a sacrificare tutto in vista di una meta: gente che si è goduta il viaggio, questo sì.”

Erminio Ferrari è redattore de La Regione Ticino.

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