Verbania, 26 giugno 2016
La quarta giornata di Lago Maggiore LetterAltura chiude il
Festival di Letteratura di Montagna, viaggio, avventura
Marco Malvaldi, Bruno Gambarotta, Arturo Squinobal, Fabio Canino, tra gli altri, sono stati i protagonisti dell'ultima giornata di Letteraltura 2016. Grande partecipazione per l'incontro di chiusura “I muri della Vergogna” tenuto dai giornalisti Gianfranco Fabi e Farian Sabahi
La quarta e ultima giornata di Lago Maggiore LetterAltura è stata aperta dal duo formato da Marco Malvaldi, autore de L'infinito tra parentesi (Rizzoli), e Bruno Gambarotta, che hanno tenuto un dialogo sul rapporto tra scienza e letteratura.
Nell'incontro Il Monte Rosa: muro o ponte?, la leggenda dell'alpinismo Arturo Squinobal, ha ricordato, insieme sl giornalista di Macugnaga Teresio Valsesia, la morte di Rolando Albertini nella salita della parete ovest del Cervino nel 1971: «Quella parete è la più isolata, non si vede da nessuna parte, è una parete ripugnante di 1600 metri di dislivello – ha raccontato Squinobal – Avevamo chiesto due radiotrasmittenti al soccorso alpino dell'Unione Valdostana che ce le ha concesse dopo averci invitato a partecipare alla cordata con le guide del Cervino. Il giorno dopo si è scatentata una tempesta tremenda con neve e gelo per cinque giorni e non si poteva tornare indietro. Nella discesa verso il rifugio Rolando è stato vittima della caduta che gli è costata la vita. Siamo scesi alla capanna Carrel e rimasti lì tre giorni in attesa dei soccorsi. Due di noi avevano principi di congelamento. L'elicottero svizzero ha fatto miracoli perché c'era ancora molto vento. Alla fine siamo rientrati tutti a Cervinia, tranne Rolando».
Fabio Canino, autore di Rainbow Republic (Mondadori), nel suo dialogo con Laura Piazzi, speaker di Miracolo Italiano di Rai RadioDue, ha sostenuto che «l'omofobia fa male non solo alle persone, ma anche alla società. L'omofobia è un danno economico nell'ordine di 250 dollari a persona all'anno per quanto riguarda gli Stati Uniti. Quindi, chi non ci arriva con il cuore, provi rispetto almeno partendo dal portafoglio».
Fabio Caon, autore di La comunicazione interculturale (Marsilio), con la docente di LABCOM Annalisa Brichese, e la giornalista Daniela Fornaciarini, ha passato in rassegna alcune delle difficoltà di comunicazione legate alle barriere interculturali: «è l'etnocentrismo – hanno sostenuto i due relatori - e la presunzione di avere dei punti di riferimento assoluti a impedire la corretta comunicazione fra persone provenienti da differenti culture. Se avessimo la curiosità di imparare e l'onestà personale di ammettere che il nostro linguaggio e i nostri gesti sono relativi rispetto a quelli di altre parti del mondo, riusciremmo certamente ad abbattere quelle pareti divisorie ancora fin troppo presenti».
Al suo worskshop, il fotografo Walter Zerla ha proiettato i suoi scatti dedicati alla storia delle abitazioni rurali e parlato dei suoi due anni vissuti in barca a vela. Un'esperienza, ha sostenuto, «grazie alla quale ho scoperto quei lati del mio carattere che erano più nascosti».
Francesco Gungui, autore di Con te ho imparato a volare (Fabbri), ha dialogato con i giovani di Verbania nell'incontro, musicato da Il Kantiere, dal tema “Parole comuni, significati diversi”. Lo scrittore milanese ha messo in evidenza come «ogni storia abbia come obiettivo il superamento di una soglia. Anche nelle mie opere fantascientifiche c'erano le mura della prigione da superare per entrare in un mondo da scoprire; così come nel più recente Con te ho imparato a volare, ambientato alla periferia di quella Milano fatta di muri e confini».
Lo scrittore Giuseppe Lupo, autore de L'albero di stanze (Marsilio), insieme a Cora Ranci, giornalista di Q Code Magazine, a Villa Pariani ha parlato delle cinque generazioni protagoniste del suo romanzo: «questo mio libro si ambienta in una casa con ventisette stanze e una particolarità, i muri parlanti. I muri di questa casa parlano alle orecchie di un giovane sordo di nome Babele e gli raccontano tutta la storia della sua famiglia. Anche dei cento anni in cui la casa è stata abitata».
Grande partecipazione all'incontro dal tema Fra Rose e muri tenuto da Ilaria Gallinaro e Giacomo Jori, docenti dell'Università della Svizzera italiana, sulla presenza e il simbolo della rosa nelle opere a nelle opere letterarie italiane.
Tema noir nell'incontro Oltre i muri dell'anima, tenuto da due protagonisti del genere in Italia: Stefano Piedimonte (L'innamoratore, Rizzoli) e Giampaolo Simi (Cosa resta di noi, Sellerio). «Ho cercato di affrontare il tema dell'amore – ha detto Piedimonte - guardandolo da diversi punti di vista che sono quelli delle diverse donne che il protagonista Ivan Sciarrino conosce. Quindi declinando il concetto dell'amore e dell'innamoramento, della stasi amorosa, delle coppie stanche guardandolo dai diversi punti di vista delle diverse donne che il protagonista conosce per lavoro. L'amore può essere quello del fidanzamento, del matrimonio che si porta avanti da anni, quello di una sorella verso un fratello, di un'amica verso un amico. Quindi l'amore visto in modo diverso da donne diverse». Per Simi «dovunque c'è una barriera o un confine c'è una buona storia. Basti pensare alle storie generate dalla cortina di ferro. Ci sono grandi storie anche dove ci sono confini che uniscono, come i fiumi. Da narratore – ha detto - mi auguro che le storie che raccontiamo si occupino di muri, ma quanto prima riescano a parlare anche di confini che uniscono».
Hanno chiuso la rassegna 2016 i due giornalisti Farian Sabahi, Il Corriere della Sera, e Gianfranco Fabi, già vice direttore de Il Sole 24 Ore, con l'incontro dal tema chiuderà la rassegna l'incontro dal tema I muri della vergogna. «Abbiamo parlato – ha sostenuto Fabi - soprattutto dei muri che dividono la società occidentale che osserva l'oriente quasi come un pericolo e che guarda ad altri temi che richiederebbero grande solidarietà, come quello dell'immigrazione, come a qualcosa che rischia di turbare la nostra vita quotidiana. Allora parlare di muri in questa fase è importante perché anche dal punto di vista politico siamo passati da una fase in cui i muri cadevano, pensiamo al Muro di Berlino e all'apertura di Cuba agli Stati Uniti, a un'altra fase in cui i muri si stanno costruendo. E il voto degli inglesi nei giorni scorsi è stato sicuramente in questa prospettiva un voto negativo su un muro che si ricostruisce».
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