L'attuale scena socio-politica africana
Mario Giro e Marco Trovato
Dopo una giornata di acquazzoni, il tempo è clemente e regala al festival un cielo sereno. Forse, per avvicinare il pubblico ai temi caldi africani sui quali dialogano Marco Trovato, coordinatore della rivista africa, e Mario Giro, Sottosegretario agli Affari Esteri.
Per primo introduce l’argomento Macro Trovato: “Con la mia rivista Africa ho l’ambizione di raccontare l’Africa in modo di verso da come fanno i mass media. Voglio far capire alla gente come e quanto sta cambiando questo continente. Come diceva Plinio il Vecchio, uno dei primi cronisti della storia, 'dall’Africa arriva sempre qualcosa di nuovo'”.
Alcuni dati: 12 dei 30 conflitti mondiali degli ultimi cinque anni sono avvenuti in Africa, che ha un medico ogni 25mila abitanti, l'aspettativa di vita più bassa al mondo con 6mila morti ogni giorno per AIDS: “Ma malgrado questi dati, l’Africa è il continente del futuro, in pieno sviluppo e movimento, che cambia ogni giorno sotto i nostri occhi – ha sottolineato Trovato -. Per questa ragione è anche il continente dei contrasti: io lo conosco da vent’anni e, più la visito, più non la capisco: ogni volta rimetto in discussione le idee che avevo, ma credo che sia proprio questa la sua bellezza”.
Dialogando, Trovato e Giro spiegano perché l’Africa è proprio il continente del futuro: parlano dei giovani africani (60% della popolazione ha meno di 25 anni), che a tutt’oggi sono globalizzati, pieni di energia, individualisti e hanno voglia di essere in contatto con il mondo per poter cambiare le cose. Sono quegli stessi giovani che scelgono di partire verso l’occidente, in cerca di una prospettiva migliore, rischiando anche di morire. Parlano di una nuova classe media emergente, che dicono essere la nuova protagonista mondiale: una classe simile alla borghesia, fragile e accanita nel consolidare la propria posizione. Si sta infatti sempre più affievolendo il fenomeno della polarizzazione delle ricchezze. Raccontano delle nuove megalopoli, città policentriche, dove la periferia diventa essa stessa centro.
Giro fa infine riflettere sul debito storico che abbiamo nei confronti di questo continente: “Nel corso dell’Ottocento e del Novecento gli Stati europei (Italia compresa) hanno colonizzato quasi tutto il mondo. Avevano l’ambizione di conquistarlo, di imprimere il proprio modello e la propria cultura. Poi, dopo le guerre, se ne sono stancati e hanno deciso di tornare nella nostra vecchia Europa. Io credo che oggi dovremmo riprendere questo interesse nei confronti del vasto mondo, non intendo con l’antica aggressività, ma semplicemente dovremmo avere la volontà di capire i grandi fatti, di comprendere gli altri popoli. Avremmo molto da imparare”.
All rights reserved © 2007-2010 Associazione Culturale LetterAltura
Associazione con personalità giuridica privata - Determinazione Regione Piemonte n° 169 del 20/03/2013
Privacy | Disclaimer | P. IVA IT02052260037 | c/o Hotel Il Chiostro • via Fratelli Cervi, 14 • 28921 Verbania (VB) | tel. 0323 581233