Aracaeli Segarra dialoga con Roberto Mantovani
Illustratrice per bambini, alpinista, scrittrice, modella e sicuramente eclettica e dalle mille risorse: la storia e le esperienze di Araceli Segarra stupiscono e affascinano. Infatti, la sua passione per le montagne la porta fin da ragazza ad avventurarsi su tantissime vette, tra le quali il Kanchenjunga e il K2 (terza e seconda vetta più alte al mondo), ma soprattutto l'Everest, che la rende, a soli 26 anni, la prima donna spagnola a scalare i suoi 8848 metri.
Domenica 29 giugno, presso la Società Operaia, Segarra è stata ospite di Letteraltura, intervistata dal giornalista e storico di alpinismo Roberto Mantovani, per presentare il suo ultimo libro "Scalare la vita come una montagna".
Segarra, in modo schietto, inizia a parlare riflettendo sulla tendenza a dare etichette: "Quando ti mettono un'etichetta, automaticamente ti mettono delle barriere. Io ormai ho l'etichetta "everest", ma questo mi limita".
Ironica, poi, aggiunge: "Ho fatte tante scalate, ma solo quando ho sperimentato l'Everest le case editrici mi hanno chiesto di scrivere un libro. Ce ne sono già una marea che ne parlano e per scrivere qualcosa devi avere una buona ragione. Io, in quel momento, non ne avevo".
Grazie al suo impegno nello stabilire un rapporto tra il mondo imprenditoriale e l'alpinismo, con il tempo maturano in lei diverse riflessioni e, quasi per magia, nasce l'urgenza di tramutarle in lettere stampate: "Ho concepito il mio libro in base al titolo: in totale lo si può forse definire un 'libro di ricette'. Non credo in eroi epici, ma in quelli quotidiani: il libro parla di come raggiungere i nostri obiettivi, passo dopo passo, proprio come le scalate".
Segarra utilizza la montagna per fare paralleli con tanti altri aspetti della vita, come la socializzazione, la tenacia, il rapporto con il gruppo, con la sfida, con se stessi e molti altri temi.
E Mantovani concludendo ommenta: "Non è un manuale di auto-motivazione come potrebbe apparire, ma è un libro particolare, vario, molto serio, che parte dalle esperienze di alpinista e si ferma a pensare per cercare delle risposte. L'occhio femminile è importante: tanti tendono a fare gli eroi e invece le donne ti aiutano tenere i piedi a terra".
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