Ugo Bertotti e Raffaella Zavalloni dialogano cin Marina Gersony
Nella bellissima sala della Società Operaia di Intra, la sera di sabato 27 giugno, Ugo Bertotti dialoga con Raffaella Zavalloni e Marina Gersony su “Il mondo di Aisha”, un’opera di graphic journalism ispirata ai racconti di viaggio in Yemen di Agnes Montanari. Lo Yemen “economicamente è tra i paesi più poveri del mondo, da qui, spesso, arrivano fino ai nostri giornali notizie terribili, come “Ragazza uccisa dal marito perché non portava il velo”. Noi giriamo pagina e ce ne dimentichiamo, ma là, là è una realtà”, dice Marina Gersony.
Per questo Ugo Bertotti, disegnatore, ha scelto di raccontare, attraverso le immagini, le storie di queste donne silenziose, che, sotto al velo, stanno portando avanti una rivoluzione. “Con la prima storia” - racconta Bertotti - “abbiamo cercato di rappresentare l’ineluttabile: la vita già tracciata e immodificabile di una sposa bambina, uccisa dal marito per essersi affacciata a una finestra senza il velo.”
Le altre due storie parlano invece di forza, di volontà d’animo e, soprattutto, di coraggio; la forza cha ha Aisha per laurearsi in informatica, la volontà d’animo di Hamedda che riesce, sola, a aprire un ristorante, e il coraggio di entrambe, grazie al quale ce l’hanno fatta. Hanno conquistato l’emancipazione, pur restando sotto al velo che, al contrario di come pensiamo, per loro non è una costrizione, ma un compromesso: “A voi occidentali il velo fa tanto effetto. Ma non capite che per noi non è così importante” - scrive Aisha -. Quello che ci preme veramente è lavorare fuori casa, insegnare, curare, fare politica... Se porti il niqab tutto questo è accettato più facilmente, gli uomini si sentono meno destabilizzati”.
E così, in silenzio, senza fare rumore, questa donne stanno lentamente alzando la testa, si stanno ribellando. Un passo alla volta, verso l’emancipazione. Ma, come ha spesso ribadito Raffaella Zavalloni, “Non dobbiamo pensare, noi donne occidentali, di essere l’obiettivo che loro vogliono raggiungere: siamo solo un possibile confronto, non un modello da seguire. Hanno molto chiaro ciò che vogliono e lotteranno per ottenerlo.”
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