INCONTRO CON SILVIO GARATTINI
“La scienza non è ancora entrata nella cultura. È vista come una tecnologia utile, senza molta importanza. Se un personaggio di spicco fa un errore nel citare un passo in latino, si può star certi che il giorno seguente è scandalo, che si grida all’ignorante. Ma se qualcuno confonde il midollo osseo con il midollo spinale, non se ne accorgerà nessuno.”
Questa la critica che Silvio Garattini, dottore in medicina e libero docente in Chemioterapia e Farmacologia, ha posto durante l'evento “Le Vette Della Scienza. Fa bene o fa male?” di venerdì 26 giugno.
L'incontro, gestito dai ragazzi dell’indirizzo biologico dell’ITIS Cobianchi, ha riguardato soprattutto i temi trattati nel libro “Fa bene o fa male?”, ultima fatica letteraria di Garattini: “Non c’è niente che fa solo bene” ha sottolineato il docente, parlando di farmaci che, paradossalmente, sono allo stesso tempo droghe: “I farmaci sono alla base del nostro sviluppo, ma non bisogna abusarne, se non si vuole ottenere l’effetto contrario”.
Tra i tanti spunti emersi durante l'incontro c'é stato anche quello del fumo e delle nuove sigarette elettroniche, che secondo Garattini “non sono una soluzione, dato che mantengono la tossicodipendenza e sono poco studiate a livello scientifico”.
Il docente ha preso poi una posizione molto ferma sui temi degli OGM, che ha difeso dai pregiudizi generali, ricordando l’importanza di un vegetale che, modificato geneticamente, può crescere in climi aridi; ha poi ricordato l’importanza delle sperimentazioni sugli animali, che hanno permesso di sconfiggere malattie mortali come l’AIDS o più recentemente l’epatite C: “Per progredire abbiamo bisogno di tali ricerche, almeno finché non si troverà un’alternativa affidabile” ha concluso Garattini.
Insomma, rispondere al quesito “fa bene o fa male?” è difficile, ma importante. Per questo Silvio Garattini ha messo in luce l’importanza di un cambiamento della cultura di base, soprattutto attraverso la scuola, che permetta di orientarsi nel mare delle informazioni e che soprattutto combatta lo scetticismo generale nei confronti della ricerca scientifica, perché “per capire se qualcosa ‘fa bene o fa male’ bisogna riferirsi a una controllata metodologia scientifica, non al proprio (soprattutto se poco informato) senso del giudizio!”
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