Incontro con Rotex (Fabrizio Marta), fotografie di Vito Raho.
Quaranta giorni 'rotellando' su e giù per l'Italia, per raccontare un viaggio normale, ma da un punto di vista diverso: da seduti.
L'ha fatto Rotex, che viaggia stando seduto sulla sua sedia a rotelle.
Afflitto da una grave e inguaribile malattia, la "viaggite", Rotex gira l'Italia e il mondo alla scoperta di storie normali, guardando ciò che gli sta intorno da una prospettiva diversa.
Un viaggiatore che si arrabbia quando serve, come a Firenze "quando non potevo alzare gli occhi per guardare le bellezze architettoniche, perché dovevo guardare per terra per vedere dove mettevo le rotelle, per evitare di finire nelle buche", ma un viaggiatore che cerca sempre di trovare e mettere in luce il positivo, come fa sul blog di Vanity Fair (http://rotellando.vanityfair.it/), "perché preferisco raccontare quello che si può fare, non quello che non si può fare".
Nell'incontro presso la Società Operaia c'è spazio per ricordi di viaggio (Italia, Irlanda, Sudafrica), ma anche per riflessioni sulla vita, sul modo con cui i disabili vivono la propria disabilità o sul fastidio che si prova ad essere guardati perché diversi: "l'essere aiutato non deve essere una vergogna, ma io faccio molto fatica a essere aiutato, è una mia seconda disabilità".
Alla domanda su quale sia la città più accessibile Rotex non vuole rispondere, perché "dipende a volte anche dal modo con cui si affronta il luogo, dallo spirito che si ha in quel momento"; un premio lo darebbe però a Torino, "perché ha lavorato molto per l'accessibilità, come anche a Lecce e ad altri luoghi del Sud, in particolare della Puglia".
Appuntamento alla prossima tappa!
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