Festival

di letteratura di montagna, viaggio, avventura

 

MIRAGGIO EUROPA

Lunedì, 10 Ottobre 2011

MIRAGGIO EUROPA INAUGURAZIONE  DELLA MOSTRA “MIRAGGIO EUROPA”
19 OTTOBRE 2011, ORE 18
SALA CONFERENZE - Museo Diffuso Torino


La mostra (fino al 27 novembre) racconta attraverso una serie di fotografie del giornalista Lorenzo Di Pietro, le migrazioni africane verso l'Europa. Il viaggio inizia dalle città africane, dove in capanne senza acqua né servizi, vivono coloro che la desertificazione ha cacciato dalle zone rurali ormai aride; prosegue poi attraverso il deserto infestato dai banditi, la città di Agadez - nodo dello sfruttamento dei migranti -  e l'arrivo in Libia, ultima tappa prima dell'Europa. Vittime della povertà, dello sfruttamento, dell'estorsione di denaro, rinchiusi nelle carceri libiche, i migranti continuano a sognare l'Europa. 
Intervengono: Lorenzo Di Pietro, giornalista; Costanza Prada, direttrice Centro Studi Africani di Torino; Alberto Salza, antropologo.

Nell’ambito della mostra Turin-Earth. Città e nuove migrazioni la mostra "Miraggio Europa", prende il nome da una delle fotografie scattate lungo le rotte che seguono i migranti durante il loro viaggio verso la Libia e il viaggio a ritroso dei respinti: è la foto di un autentico miraggio, ovvero un effetto ottico dovuto alla rifrazione che i migranti vedono per giorni e giorni, durante la traversata di sabbia che li separa dal Mediterraneo.
La sequenza narrativa inizia mostrando le condizioni di vita ai margini della città africane, dove in capanne senza acqua né servizi, vivono coloro che la desertificazione ha cacciato dalle zone rurali ormai aride. La mostra racconta quindi il viaggio a cominciare da un momento di preghiera alla stazione dei pullman, per proseguire attraverso il Sahel, infestato dai banditi, che costringono i mezzi a muoversi scortati e quindi l’arrivo nella città di Agadez, in Niger, un tempo meta di pellegrinaggio religioso, oggi nodo dello sfruttamento dei migranti. Qui la sequenza fotografica si sviluppa spiegando i meccanismi dell’induzione alla prostituzione, allo sfruttamento e l’estorsione di denaro da parte dei militari che all’ingresso della città consegnano i viaggiatori ai cockseur (i trafficanti). Dopo essere stati derubati molti migranti resteranno in città dove accetteranno ogni compromesso per poter mangiare e guadagnare il denaro necessario a pagare il cockseur, che procurerà loro il passaggio a bordo di vecchi camion libici verso l’oasi di Bilma, l’ultima tappa prima della Libia.
Le foto raccontano, quindi, il viaggio dei migranti attraverso il deserto, la vita nelle città del Sahara come Agadez, dove i gestori della tratta attendono i migranti per portarli in ghetti dove dovranno restare fino alla partenza dei camion verso la successiva oasi in direzione della Libia. Nei ghetti vivono e si ammalano, per le malattie di cui ciascuno è portatore, i migranti provenienti da molte zone dell'Africa. Importante è anche la presenza delle donne, che seguono spesso un destino diverso, vengono cioè indotte alla prostituzione per poter pagare il loro riscatto e proseguire il viaggio. 
La mostra racconta la vita nei ghetti di paglia e fango dove i migranti vivono, “ospiti” dei trafficanti in attesa di proseguire il viaggio. Nelle stesse case, tra i migranti diretti in Libia, vi sono quelli che ne fanno ritorno, dopo mesi di prigionia nelle carceri libiche e che raccontano le proprie vicende, le torture e le violenze subite ad opera dei carcerieri. Intenti oggi in un disperato viaggio a ritroso. Per poi riprovare.




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della Deportazione, della Guerra,
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10122 Torino


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