Festival

di letteratura di montagna, viaggio, avventura

 

Il diario di LetterAltura - sabato 25 giugno

a cura di Davide Illarietti

Domenica, 26 Giugno 2011

Il diario di LetterAltura - sabato 25 giugno LetterAltura; la terza giornata della V° edizione del festival comincia sotto il sole splendente della provincia azzurra dopo una notte bianca, a Suna, e due eventi hanno commosso e divertito Verbania nell’arco di una sola serata, quella di ieri. Il concerto in Piazza San Vittore del gruppo Prendas con canti etno folk della Sardegna ha diviso il pubblico in due parti: una comodamente seduta davanti al palco a godersi da vicino la particolarità degli strumenti artigianali e la ricchezza del patrimonio musicale dei pastori del Gennargentu e dell’Aspromonte, non inferiore a quella dei Pirenei esibita giovedì dal gruppo Xarnege. L'altra parte del pubblico – più giovane – si è raggruppata in fondo alla piazza in cerchi e danze vorticose che sono aumentante di intensità con il procedere del concerto.
L’evento commovente si è tenuto nel frattempo all’auditorium dell’hotel il Chiostro, con la proiezione del film North Face, presentato dallo scrittore Giovanni Capra (Due cordate per una parete) autore di un libro a sei mani con Daniel Anker e Reiner Rettner intitolato Morte sull’Eiger (2009): e sull’Eiger si è consumata la tragedia di tanti alpinisti, raccontata in North Face con la regia di Philipp Stoelzl (2008) partendo dalla vicenda di Toni Kurz e Andreas Hinterstoisser.
La mattinata di oggi è stata aperta come da programma dalla Lezione in piazza di Roberto Bretoni. Ricercatore dell’Istituto Italiano di Idrobiologia di Verbania, autore di numerose pubblicazioni scientifiche e impareggiabile divulgatore, Bertoni ha spiegato le leggi “del pesce grande e del pesce piccolo” e altre regole dell’ecosistema lacustre a un pubblico numeroso distribuito sui gradoni della Basilica di San Vittore,  con l’ausilio di una lavagna posizionata sotto un baldacchino a protezione dal sole cocente.
Intanto nel giardino dell’hotel il Chiostro lo scrittore ticinese Andrea Fazioli, autore di thriller e gialli di successo (Chi muore si rivede, Come rapinare una banca Svizzera) ha presentato in compagnia di Maria Grazia Rabiolo il suo ultimo romanzo, La sparizione (2010),  storia di delitti e misteri ambientata tra le montagne apparentemente perfette e idilliache del Canton Ticino. Un libro che Fazioli ha scritto camminando, osservando, riflettendo in montagna, ma in cui ha fotografato anche il mondo cittadino nei suoi aspetti più “sporchi”, i suoi night club, la prostituzione.
Francesco Guccini ha preso il posto di Fazioli  e Erminio Ferrari quello della Rabiolo sotto il gazebo del Chiostro, per l’evento 34, il numero più atteso di tutto il festival. Il portico straripa, il prato è coperto di gente – non bastano le panche – c’era da aspettarselo, per uno dei “grandi” della canzone italiana, un patrimonio vivente, quello che Umberto Eco ha definito il cantautore più colto e Dario Fo il più impegnato del panorama italiano attuale. Guccini ha raccontato la sua infanzia a Pavana, nell’Appennino pistoiese, il suo senso di appartenenza linguistica e territoriale; le sue prime esperienze da scrittore, la sua parabola musicale e il suo ritorno alla scrittura, cominciato proprio con l’indimenticabile omaggio a Pavana e alla montagna di Croniche Epafaniche, una Libera nos a Malo dell’Appennino. Un rapporto con le origini che si è approfondito nella compilazione di un Dizionario del dialetto pavanese. La chiacchierata di Guccini, piacevole, divertente, ha coinvolto il pubblico con il suo tono leggero e autoironico, ha appassionato e ha fatto soprattutto ridere. Già, Guccini è una leggenda che fa ridere. Come certe vecchie storie popolari, certa aneddotica montanara, con la quale la sua produzione musicale e letteraria ha un legame forte quanto il suo stesso modo di parlare e di raccontarsi.
Nel pomeriggio l’evento più significativo è stato alla Società Operaia, con lo scrittore sloveno Bozidar Jezernik, autore di Europa selvaggia. I Balcani nello sguardo dei viaggiatori occidentali (2010). Una ricognizione fra le curiosità e le bellezze di una terra dilaniata dai conflitti, una terra ricca di storie terribili e di fascino sensuale che Jezernik ha saputo raccontare con competenza e penetrazione. Più tardi l’incontro di Bernard Olivier e Nadia Tantardini dal titolo Il cammino come cura ha ripercorso le tappe di un viaggio a piedi tra Parigi e Santiago de Compostela del 1998, e un altro in quattro tappe annuali dal 1999 al 2002 lungo l’antica Via della Seta, da Istanbul a Xian, in Cina. Per finire con l’avventura più recente di Olivier: il viaggio in canoa e a piedi dalla Loira a Nantes, per festeggiare i suoi settant’anni. Questa è la pasta di cui sono fatti gli ospiti di Letteraltura!  

 
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